foglio antico

Borgatti:

chi era costui?





ENRICO BORGATTI, AVVINCENTE NARRATORE ECLETTICO
Lasciata Milano, Enrico Borgatti, dopo trent’anni di silenzio, ha ritrovato l’ispirazione a Marsala, nella sua casa di fronte al mare, a due passi dal parco archeologico.
Ha pubblicato tre libri, il prossimo ottobre uscirà il quarto.
Egli è un narratore che coinvolge, scrive di getto e si legge d’un fiato.
La struttura compositiva dei suoi racconti dà molto spazio, oltre che alla narrazione, alla descrizione. Il fine delle composizioni non è pedagogico, didascalico, ma edonistico. Borgatti scrive per amabile diletto e a godere dei suoi racconti non è solo il lettore, ma anche lui, che con la sua straordinaria fantasia vola e trascina in remoti mondi, dove lo spazio non è circoscritto e il tempo non ben definito; dove la materialità e la concretezza non esistono e vi dominano l’onirico, l’assurdo e il surreale.
Tutto è frutto della sua immensa inventiva e del sottile e fine umorismo che rifugge dal sarcasmo satirico e si compiace del sorriso del lettore.

Antonio Abbonato



UNA FANTASIA SENZA LIMITI
È un ottimo narratore dalla scrittura elegante, ricercata e scorrevole, con capacità inventive rare e forse uniche e una fantasia incredibile.
I suoi libri: mai una volgarità e nessuna satira di parte, anche se, spesso, sorride sulla politica … ma guai schierarsi!
Borgatti, ama l’assurdo, l’irreale e il poeticamente surreale e lo affronta attraverso il suo immaginoso mondo, fatto di storie per sorridere, commuoversi e pensare, che lo pongono tra gli attuali talenti letterari.

Achille A. Spinelli



TRE LIBRI DA LEGGERE E DA CONSERVARE E DA FARNE UN DIVERTENTE ED ECONOMICO OGGETTO DA REGALO
Quelli di Enrico Borgatti sono i classici libri anche per non lettori: il suo stile di scrittura accurato, ma facile e scorrevole fa dire «L’ho letto d’un fiato».
Con una duttilità incredibile, spazia tra il triste e il drammatico, tra il surreale e l’assurdo, tra l’umorismo e l’autoironia.
Quello che colpisce di lui però è la fantasia, ogni suo libro sono quindici o venti brevi romanzi, quindici o venti idee, tutte strepitose, tutte diverse, tutte fuori dal comune. Lo hanno definito una fucina inarrestabile di invenzioni e trovate narrative: non un racconto ne richiama un altro.
E io non posso che confermarlo, io che ho avuto il privilegio di leggere tutti quelli non ancora pubblicati. È incredibile, ma possiede il materiale ancora per quattro o cinque libri e continua a scrivere: e gli ultimi racconti non sono da meno dei primi!
Spazia tra i temi più differenti, più strani, più inimmaginabili, richiamando alla mente il grande narratore Mario Vargas Llosa ne “La zia Julia e lo Scribacchino” e in altre sue opere indimenticabili. Come lui narra per il piacere di narrare e, anche quando le sue storie fanno pensare, Borgatti non intende trasmettere messaggi o esprimere convinzioni o sensazioni proprie, «I messaggi li portava il postino, ora li trasmettono le e-mail, ma non certo io.» sentenzia sorridendo.
Benché lo definiscano “Un uomo d’altri tempi” per la sua galanteria, disponibilità e modo di vestire, tutte le sue storie sono narrate in maniera nuova, moderna e avveniristica.
Non sono l'unica ad aver notato in lui un “Più avanti”», un «Lontano da ogni schema tradizionale” e alcune «Mai viste strutture narrative.» che mi hanno fatto ricordare il Picasso agli esordi.

Maria Sartori

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